extreme enduro race

Di tutte le discipline motociclistiche inventate e padroneggiate dagli atleti, l'enduro estremo è forse la più pericolosa e imprevedibile del mondo di oggi. Sì, ci sono le gare ad alta velocità, dove è possibile schiantarsi, volando fuori pista o non entrando in curva, c'è il motofreestyle, che rischia di causare gravi lesioni se non si riesce a eseguire un trick difficile.

 Ma il tasso di rischio in questo tipo di sport è simile a quello del bob, della ginnastica, dello slalom gigante o di qualsiasi altro, perché gli sport professionali non accettano compromessi, esigendo dai loro “combattenti” una dedizione totale, a prescindere da contusioni e malattie. Ma per lanciarsi volontariamente in un’impresa certamente avventurosa, dove ogni viaggio in moto può trasformarsi in un sacco di guai, deve essere un uomo molto coraggioso, che mette costantemente alla prova se stesso e il mondo fino ai suoi limiti.

Paura?

 Non c’è da aver paura, perché stiamo parlando di un’ulteriore variazione sul tema dell’utilizzo di moto di classe enduro in condizioni estreme. E ora con il prefisso “overdone”, perché i corridori spericolati, che si sono avvicinati a questa disciplina, calpestano con le ruote delle loro biciclette luoghi del pianeta dove è piuttosto difficile camminare a piedi. Spesso si tratta di gole rocciose inespugnabili, terreni collinari, boschi selvaggi: in breve, un territorio che difficilmente può essere definito piacevole alla vista. Ma i ragazzi che conquistano i terreni accidentati del mondo con le loro abilità personali e le loro fidate biciclette non badano a queste banalità. Il britannico Johnny Walker, che va in bicicletta fin dall’infanzia e ha vinto un numero notevole di volte nell’Hard Enduro, e lo spagnolo Alfredo Gomez, pluricampione della disciplina e combattente di percorsi estremi, vi diranno che non c’è corsa migliore e più emozionante al mondo.

L'enduro estremo, nonostante la sua formidabile reputazione, è in realtà accessibile a quei motociclisti che muovono i primi passi in questo sport e lo considerano un hobby piuttosto che uno stile di vita. Per loro, i vari Paesi offrono la possibilità di mettersi alla prova e di provare l'ebbrezza di affrontare da soli un terreno accidentato. Per coloro che non possono fare a meno di affrontare l'apparentemente impossibile, gli eventi del Campionato Mondiale di Hard Enduro si tengono durante tutto l'anno per tenere i piloti sempre all'erta.

Gli eventi più famosi e popolari sono “The Tough One”, che si tiene nel Regno Unito, e “The Hell’s Gate”, che è l’equivalente italiano. Entrambe sono gare sprint estenuanti in zone estremamente pericolose. I “Red Bull Romaniacs”, che si svolgono in Romania, offrono un viaggio unico attraverso le montagne della Transilvania. L’austriaco “The Red Bull Hare Scramble” non vi lascerà riposare durante la gara di 4 giorni nelle vicinanze di sinistre miniere di ferro, mentre il polacco “The Red Bull 111 MegaWatt” guiderà una gara di motocross di 2 giorni su un percorso difficile che si snoda attraverso i cumuli di rifiuti locali. Molto più divertente, ma non per questo meno faticoso, è il “Red Bull Sea to Sky” della Turchia, il cui percorso porta direttamente in montagna attraverso la foresta, partendo da un’incantevole spiaggia.

Oltre a queste competizioni, ve ne sono molte altre, in Sudafrica, Sud e Nord America, Russia e Australia. L'interesse per l'Hard Enduro sta crescendo e si sta rafforzando. E questo è un bene.
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